A Padova lo stesso copione della Sapienza. A quando un cambiamento?

A un anno di distanza dalle polemiche suscitate dalla mancata visita di papa Ratzinger alla Sapienza, si ripropone la stessa pietanza in salsa padovana. Cambiano i protagonisti ma il canovaccio è il medesimo. Le autorità accademiche organizzano una prolusione di un esponente della gerarchia cattolica (nella fattispecie, mons. Fisichella) su un tema etico.

Senza contraddittorio, senza dibattito, senza pluralismo di voci. Basta la voce della Chiesa cattolica per dirimere i problemi morali del nostro mondo. Come se non ci fossero altri orientamenti, altre voci, altre chiese, altre opinioni che potrebbero (e dovrebbero) essere sentite. Come se l'Università fosse un'ulteriore cassa di risonanza del magistero cattolico, più che un luogo di libero e plurale scambio di idee. Il monolitismo culturale delle istituzioni accademiche italiane è preoccupante. Non perché dà voce alla Chiesa cattolica, ma perché non la dà ad altre voci sullo stesso piano, con gli stessi spazi, con la medesima dignità. Nessuno contesta la libertà delle gerarchie cattoliche di intervenire sui temi etici, ma che, almeno, le istituzioni pubbliche preposte alla ricerca e alla formazione siano luoghi di vivace scambio culturale e non megafoni del magistero cattolico. Università laiche e pluraliste dunque, e non sedi che appaltano la morale all'agenzia cattolico romana.

Alleanza Evangelica Italiana – Il Consiglio Distrettuale del Nord–Est

Trento 24/2/2009