E le Intese? E la Legge sulla libertà religiosa?

L’obiettivo: A vent’anni dal Nuovo Concordato...

In questi giorni ricorre il 20º anniversario della revisione del Concordato tra lo Stato italiano e il Vaticano. Alcune celebrazioni hanno rievocato l’evento e hanno riaperto la discussione sul tema dei rapporti tra Stato e chiese e, più in generale, su quello della libertà religiosa.

   La Costituzione repubblicana, infatti, prevede all’art. 7 che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica siano regolati sulla base di un concordato. Nel dopoguerra, al tempo della stesura della Costituzione, vigevano i Patti Lateranensi del 1929, che furono quindi “costituzionalizzati”.

   Molti però cominciarono ad avvertire subito dopo l’esigenza di una modifica. L’attesa è durata più di trent’anni, e solo nel 1984, sotto un governo a guida socialista, è stato raggiunto un nuovo compromesso.

   Non che la revisione del Concordato abbia comportato particolari stravolgimenti. L’iniquo trattamento costituzionale tra Chiesa cattolica (art. 7) e altre confessioni religiose (art. 8) è stato mantenuto. La disparità tra lo strumento del concordato (accordo di diritto internazionale) e quello dell’intesa (legge ordinaria) è stata confermata. L’ingiusta ingerenza della Chiesa cattolica nella scuola statale (tramite l’insegnamento della religione cattolica a spese del contribuente) è stata ribadita. Evidentemente, ci sono tabù che anche i cosiddetti “laici” non hanno voluto sfatare, e neppure mettere in discussione...

   Eppure, qualche effetto positivo c’è stato. Infatti, è stata necessaria la revisione del Concordato del 1984 per aprire la stagione delle Intese con le altre confessioni religiose. Quella stagione è ancora ben lungi dall’essere conclusa, essendo ancora numerose le intese da stipulare, alcune delle quali con le confessioni evangeliche che le hanno richieste.

   Finora, questa maggioranza parlamentare e di governo non sembra essere stata molto sensibile al problema, forse anche perché tra quelli che richiedono un’intesa ci sono i musulmani italiani, e ciò costituisce un problema politico di non poco conto per alcuni partiti, come la Lega e AN.

   La questione esiste ed è inutile nascondersela. Tuttavia, è giusto bloccare il processo delle intese per non voler affrontare il problema dell’integrazione della minoranza islamica nel nostro Paese? È giusto far pagare alle altre minoranze questo prezzo? È giusto fermare tutto, in attesa di non si sa che cosa?

   Oltre al dossier-intese, c’è un altro capitolo dolente che il ventennale del Concordato impone di ricordare.         Si tratta della Legge sulla libertà religiosa, ancora scandalosamente ferma in Parlamento. Si tratta di una legge dal percorso travagliato, che sembra non essere la priorità di nessuna forza politica. Eppure, la libertà religiosa è la “madre” di tutte le libertà!

   L’Alleanza Evangelica Italiana ha fatto le proprie osservazioni sul testo della legge e continua a seguire con interesse la vicenda. È mai possibile che nessuno in Parlamento batta un colpo e le ridia slancio in vista della sua approvazione? Siamo già a metà legislatura…

   Lo Stato italiano è sempre stato solerte a rispondere alle esigenze della Chiesa cattolica. In tempi recenti, si pensi alla visita del papa in Parlamento, con tutte le autorità in posizione deferente. Si pensi alle reazioni delle massime autorità repubblicane alla recente polemica sul crocifisso. Si pensi alla gara dei responsabili di governo e dell’opposizione per legittimarsi agli occhi del Vaticano.

   Quando mostrerà, lo Stato, una sensibilità simile anche nei confronti degli altri cittadini che non professano la religione cattolica? Quando sarà finalmente attuata la Costituzione, che prevede la non discriminazione dei cittadini in base al credo religioso? Quando saranno aboliti gli ultimi residui di leggi e regolamenti contrari alla libertà religiosa che ancora sono parte del nostro ordinamento giuridico? Quando sarà attuata la Costituzione, che prevede le intese con le altre confessioni religiose?

   Che i vent’anni del Concordato servano almeno a riprendere in mano il tema della libertà religiosa. La Chiesa cattolica è ottimamente garantita dallo Stato. E gli altri cittadini?

Roberto Mazzeschi

Presidente dell’AEI